La lettura della mente – Ulisse come guida
di Ettore Pasculli
La lettura della mente, la propria, è attivare la conoscenza su sé stessi. Comprendere com’è strutturata la propria mente. Questo non a caso o per capriccio. L’uomo/la donna, infatti, sono il millenario prodotto evolutivo fondato e teso, indelebilmente, alla conoscenza. Così come l’Ulisse dantesco ricorda alla sua: “compagna picciola dalla qual non fui diserto”.
La nostra mente, da leggere, l’abbiamo edificata usando l’emozionalità per costruire il Sé. Un concetto, ormai, consolidato. Eppur, ancora nel nostro vigente, si continua a non dare l’effettiva importanza ai sentimenti: “quali ispiratori, supervisori e mediatori dell’impresa culturale umana” (Damasio). Ossia si ha erroneamente una polarizzazione sui fattori cognitivo-razionali.
Ognuno realizza la propria identità su un percorso personale ed è, sempre, un soggetto unico. Al tempo abbiamo, connesse al processo evolutivo, delle disposizioni peculiari. Per un’intesa su quest’ultime, rimando, come traccia, al lavoro di Guidano, dove la mente umana agisce con la costruzione di significati. Rappresentazioni che consentono di dare senso, continuità e coerenza d’insieme all’umano andare.
Ciò designa il sapersi riconoscere, come soggetto e di mantenere una propria coerenza interna e di definirsi in un’identità. I diversi itinerari di sviluppo, connessi ai pattern d’attaccamento – quindi riferiti alla propria storia, affettiva e relazionale, personale, in particolare ai primi anni di vita, all’infanzia e all’adolescenza – strutturano, con le oscillazioni emotive assieme alla cognitività, la persona. L’insieme si incarna nelle «Organizzazioni di Significato Personale» (OSP), che come vedremo sono quattro, ma che pur si possono unire a due a due fra di esse. Queste, allora, sono un “approccio adattativo evolutivo alla soggettività” (Nardi), che supera il dualismo razionalità-emozionalità e costruisce un sistema unitario della mente che, insieme, proveremo a leggere.
Le OSP sono un modello di costruzione del senso della nostra vita e non vanno intese in senso clinico. Quindi non è tanto che sono importanti per una cosiddetta normalità, ma per comprendere come possiamo utilizzarle per una maggiore integrazione, soddisfazione e vantaggio individuale. La evenienza di una psicopatologia, inevitabilmente, si rapporta e si condiziona a tale condizione (e non viceversa).
In dette OSP centrale è il concetto di «conoscenza tacita». In quanto è «alla base del senso di costruzione del sé». Guidano così la rappresenta: “la conoscenza tacita, da un punto di vista evolutivo compare per prima durante lo sviluppo della mente umana ed è essenzialmente emotiva, percettiva, iconica, essendo legata alle percezione globale di sé e del mondo”. È il livello conoscitivo di base, preesistente alle modalità consapevoli e a forte impronta di attivazioni emozionali e “fornisce una rappresentazione unica e continuativa di sé e del mondo”. Ciò tramite forme d’apprendimento e di memorizzazione di tipo procedurale, automatico e schematico (Nardi).
In tal maniera si connettono insieme l’evoluzione umana e l’emozionalità: “Quindi, io spero che un cambiamento di concepire l’umano, abbia come conseguenza un cambiamento nel modo di sperimentare l’umano, e, chissà, che si possa darle maggiore importanza all’affettività e a tutto ciò che è emotivo” (Guidano).