Prof. Giuseppe Musilli
Ho incontrato dopo tanto tempo un mio amico che avevo perso di vista. E dopo un paio di minuti il discorso è finito sul Covid e sul vaccino. Mi ha detto che si era vaccinato. I nostri commenti tranquillizzanti si sono spenti non appena ho scoperto, con grande meraviglia, che il suo fratello gemello invece era un convinto no-vax e si era tenuto alla larga dagli hub vaccinali.
Ho chiesto al mio amico se aveva provato a convincere il fratello a vaccinarsi. Ma potete immaginare le risposte che mi ha dato.
C’è una grande battaglia in corso. Più del 85% degli italiani è vaccinato mentre c’è una minoranza che, non solo rifiuta il vaccino, ma protesta nelle piazze perché non vuole vaccinarsi e non vuole nemmeno essere soggetto all’utilizzo del Green pass.
In tutte le televisioni e in tutte le discussioni furoreggia l’argomento come convincere i no-vax a farsi vaccinare. Vengono scomodate tutte le autorità possibili e vengono elencate puntualmente tutte le ragioni a favore della pratica della vaccinazione. Ma i no-vax non si convincono. Anzi ribattono battaglieri fino alla contrapposizione diretta, fino alle minacce e allo scontro fisico.
Per noi del Festival delle emozioni il tema è assolutamente esemplare per confermare la nostra visione delle cose. La questione è semplice e l’abbiamo trattata altre volte. E la questione si concentra in questa domanda: è possibile convincere con i ragionamenti una persona a fare una cosa che a noi sembra ragionevole, ma che a lui sembra molto pericolosa?
Il problema è tutto qui. Se noi siamo convinti che prendiamo delle decisioni in base a ragionamenti allora le cose non dovrebbero essere così difficili. Tutti i ragionamenti e tutte le evidenze sono a favore del vaccino. In realtà la questione non sta in questi termini. Tutte le decisioni sono prevalentemente di carattere emotivo. La decisione di non vaccinarsi è stata presa sulla base di un emozione che fa apparire una sostanza (cioè il vaccino) che invade il nostro corpo in un momento in cui è in salute come molto più pericolosa di una altra sostanza (cioè il virus) che potrebbe ipoteticamente attaccarci in futuro e farci ammalare seriamente.
Bisogna dire che anche la stessa decisione di vaccinarci è una decisione prevalentemente emotiva. Ho paura di cosa mi potrebbe succedere qualora il virus mi infettasse e quindi mi vaccino per evitare questo ipotetico e serio pericolo. I sì-vax e no-vax sono fratelli gemelli!
Qual è allora la differenza fra le due decisioni visto che sono entrambe emotive. Dal nostro punto di vista è chiaro che la decisione di vaccinarci è più adeguata e quindi tendiamo a sottovalutare l’origine emotiva di tale decisione. La sentiamo come una decisione razionale perché nella nostra mente consapevole manipoliamo poche rappresentazioni mentali di tipo simbolico e linguistico. Ma tali rappresentazioni hanno radici inconsapevoli nella profondità del nostro cervello rettiliano e mammifero; hanno radici nella memoria, nell’immaginazione, nelle vecchie esperienze e nelle aspirazioni …
In realtà sono le emozioni che motivano le nostre azioni. Le neuroscienze lo affermano ormai unanimemente, mentre alcuni casi medici (incidenti che hanno coinvolto il cervello e casi di operazioni in cui si sono dovuti interrompere i legami fra le fonti emotive e quelle della decisione) hanno reso evidente che certe persone, così menomate, sono incapaci di prendere decisioni nella vita e nel lavoro.
Se dunque riteniamo che una decisione è prevalentemente emotiva è chiaro che la strada per cambiare questa decisione non è, prevalentemente, quella dei ragionamenti, (anche i no-vax del resto prendono decisioni che a loro sembrano ragionevoli e valide mentre a noi appaiono assurde e improbabili), ma quella di regolare quelle emozioni che risultando troppo invasive ci inducono a prendere decisioni inefficaci.
Anche i vaccinati dunque hanno paura, ma loro hanno deciso di vaccinarsi, proprio ispirati da tale paura; ma questa paura (quella dei vaccinati) risulta più regolata, e dunque più soggetta a manipolazione mentale. La loro è una paura che non invade troppo minacciosa le rappresentazioni mentali e dunque le operazioni mentali risultano più flessibili e più astratte. La flessibilità e le capacità astrattive sono capacità che ci fanno guardare la realtà un po’ più da lontano, ce la fanno rappresentare complessa, ma gerarchizzabile. Dove cioè alcune cose sono più importanti e altre meno, alcune più urgenti e altre meno.
Come si conquistano flessibilità e astrazione mentali? Con la regolazione emotiva (e non studiando la filosofia o la logica). La regolazione emotiva più importante è quella che avviene nell’infanzia nel periodo di attaccamento con genitori affettuosi e sensibili. Ma si può ottenere anche in età adulta, nella relazione con gli altri, a patto che gli altri siano attenti ad ascoltare e ad accogliere le emozioni; a patto che aiutino l’impaurito a sistemare le gerarchie dei suoi valori facendo attenzione ai suoi bisogni emotivi. Che l’aiutino a ordinare la casa della mente dove abita, sistemando i vestiti negli armadi e i piatti in cucina. (cfr: John Bowlby, Vittorio Guidano, Peter Fonagy, Joseph Ledoux, …)
I ragionamenti logico/generici non servono a far vaccinare chi non vuole vaccinarsi. I no-vax bisogna andare a prenderli uno per uno nel luogo mentale dove sono e accompagnarli con empatia e attenzione nella modalità più flessibile dove noi siamo.
Ognuno di noi funziona in un modo specifico e particolare nel valutare la realtà e le cose che ci succedono ogni giorno; ognuno di noi ha un organizzazione di significato personale che guida il sentire e il decidere. Molto ci aiuterebbe scoprire questa nostra specifica modalità di funzionamento. Conoscere questa modalità è il primo passo per renderla più flessibile e più modificabile. Il secondo passo è provare ad accettarci come siamo e lavorare per aumentare la fiducia in noi stessi. In questo passo come nel precedente la presenza di un altro che sia accogliente e sensibile, che non detti verità e principi, ma che si sintonizzi sulle nostre necessità è un aiuto importantissimo e per alcuni un aiuto indispensabile.
Infine:
La paura non si può ignorare o disprezzare con superficialità. La paura è l’emozione più importante che proviamo e che abbiamo mai provato. È l’emozione più importante di tutte e che interessa tutti gli esseri viventi. Non la si deve sconfiggere o ignorare; la si deve solo regolare.
Se ci piace andare in motocicletta, se ci piace la sensazione di libertà e di potenza che la moto ci comunica allora bisogna che regoliamo la paura. Se la sottovalutiamo finiamo per non mettere il casco e ciò comporta possibili conseguenze molto negative. Se la sopravvalutiamo finiremo con il vendere la moto. Regolare la paura significa godersi la sensazione di libertà usando la fiducia in noi stessi e il casco.
Le emozioni disregolate sono la fonte di ogni malessere psicologico e dei disturbi psichici. La regolazione emotiva è la fonte della salute e del benessere. Il meglio che possiamo fare per il nostro futuro è dunque un grande progetto di educazione emotiva per i nostri ragazzi e di regolazione emotiva per tutti noi.