Del prof. Giuseppe Musilli –
Vi voglio raccontare un episodio successo ad una professoressa di italiano che conosco molto bene. (Ciao Paola!)
La professoressa in prima media aveva dato un tema in classe. Il titolo del tema era: Raccontate le vostre emozioni quando avete scoperto che Babbo Natale non esisteva. A questo punto la prof. stava spiegando cosa avrebbero potuto/dovuto raccontare e commentare gli alunni nello svolgimento del tema. Rispondeva anche alle domande degli alunni.
Fra una domanda e l’altra si accorse che un ragazzo lacrimava silenziosamente reprimendo i singhiozzi.
Alle domande della professoressa il ragazzo si lasciò andare nel pianto e disse che aveva appena scoperto che Babbo Natale non esisteva. Non aveva mai immaginato che fosse solo una storia per bambini.
Ecco qua le emozioni in diretta.
La professoressa chiedeva agli alunni di raccontare le emozioni che aveva vissuto a suo tempo alla scoperta dell’inesistenza di Babbo Natale, ma il ragazzo le stava provando proprio in quel momento avendo appena scoperto proprio che Babbo Natale non esisteva. Le emozioni in questa storiella vengono provate nello stesso momento in cui si dovrebbero invece raccontare. La narrazione coincide con la vita vissuta.
Nel nostro festival una coincidenza così precisa fra realtà e narrazione temo che sia impossibile.
Ma con il nostro progetto di rifornimento emotivo proviamo a far vivere le emozioni durante la partecipazione agli eventi del Festival stesso.
Che cos’è dunque il rifornimento emotivo?
È un evento in cui cerchiamo di suscitare le emozioni in maniera controllata e consapevole perché è giusto che un festival delle emozioni non sia totalmente cognitivo, ma offra la possibilità di avere esperienza in qualche modo delle emozioni di cui parliamo e di regolarle e consapevolizzarle.